Considerazioni personali
Ricerca Artistica Costante
"L'Effimero”
Attualmente incentro la mia personale ricerca artistica sullo studio e sulla conseguente realizzazione di soggetti architettonici dalle fattezze post-moderne, post-industriali con un qualche connubio-interazione con l'antico e il preistorico. Realizzo costruzioni complesse, esili, che non hanno nulla a che fare con la visione tradizionale né pretendono di confrontarsi con le regole ferree della grande architettura, ma gettano le basi per una estetica nuova, contraddittoria e controversa. Si possono intuire scenografie di paesaggi non più vissuti, abbandonati, trasformatisi in deserti spopolati. Il momento presente considerato nella sua caducità e illusorietà viene interpretato e proposto con materiali semplici, comunemente usati, prelevati dal quotidiano e trasformati in sede di realizzazione in illusori materiali da costruzione falsamente complessi; una pseudo-edilizia-futuribile di costruzioni fondate ed innalzate su territori piatti, costituiti da terreni polverosi, giardini invalicabili o superfici incolte ed abbandonate a se stesse. Palafitte, forni, abitazioni, rifugi, piazze, sono l'espressione del vissuto, del tempo indefinito. Il senso di trascuratezza e trasandatezza sono evidenti e si affiancano alla sensazione di leggerezza ed instabilità dell'intera struttura. Non viene mai trascurato il fattore della spettacolarizzazione scenografica, necessario per attribuire un nuovo valore estetico, che ritengo sia essenziale in qualsiasi forma ed espressione artistica.
Lo dimostrano i Globi o le Teste, opere realizzate dal calore, dall'acqua, dal deperimento repentino, a volte casuale, altre ricercato, che si incentra ed accanisce sulle carte da forno e sulle cornici stesse, candidate a condividerne la caducità. Elementi del quotidiano, ancora una volta, del familiare, del conosciuto, che fanno parte dei momenti in cui si realizza una passione, si crea un piatto, si cucina per nutrire con gusto il corpo, con una libido ed un amore incondizionati, si trasformano e concretizzano in superfici ambiguamente ostili ed evanescenti, ostiche e sgradevoli. Una lontananza ed un distacco inusitati non fanno più pensare all'origine del loro utilizzo, bensì ti inglobano, rapiscono, accompagnano e trasferiscono in luoghi immaginifici dell'altrove alternativo ed appagante del vacuo pensiero. Senza questo degradarsi, senza la perdita e la scomparsa, non ci sarebbe motivo di inventare ne' di creare nuove forme d'arte ne' di realizzare altre musicalità, e il tutto sarebbe invaso da una perenne deprimente staticità.
Aggiungi a tutto ciò, le trame materiche, le textures, le applicazioni che creano legàmi, gli accumuli del quotidiano e dell'inn-ova-zione. Gli intrecci infiniti ed indeterminati del reale, del fisiologico e del pensiero, che interagiscono e confluiscono in considerazioni tra granulazioni e scheletri, in inanellamenti che inglobano desideri e pesantezze del vivere. Otterrai una dolcezza ed una sofisticata leggera trasparenza, che indaga il trascendente e l'effimero come la vita e la morte. La vita dei materiali e delle persone riserva sorprese; sono sempre possibili reinterpretazioni, rinascenze e riabilitazioni. Traspare in ciò, leggero, un certo candore, una trama, una sensibilità viva, che avvolge la mistica in-certezza del nulla. (c)2016 Imerio Rovelli.