ALTROVE (2013)
- PRIMA IPOTESI - Imerio Rovelli
Mostrarsi con situazioni distanti dal reale che però sentiamo interiorizzarsi e che pervadono, e nutrono, senza che sia richiesto, il nostro pensiero, la mente, il nostro essere al mondo in questa noiosa vita. Un film. Perlomeno un film, anzi sequenze che con un sovrapporsi o un intrecciarsi di situazioni e di scene, scorrono sfasatamente, confusamente, e vengono convulsamente e continuamente elaborate e trasportate/trasformate tramite media e sperimentazioni in qualcosa di fruibile seppur difficilmente riconducibile alla pacifica e rassicurante sfera del reale. Niente di nuovo, comunque, né di drammatico, anzi, potrebbe trattarsi semplicemente di un intimo scambio relazionale, tra l’autore, per mezzo dell’opera, con l’osservatore. Interpretazioni di visioni ed allucinazioni comuni a tutti, nonostante risentano di un flebile velo di follia sensuale che le contraddistingue e le rende romanticamente digeribili. Un “altrove” espressivo che riconduce a spazi e luoghi non percorsi e non vissuti, sconosciuti dal corpo, persistentemente presenti nell’animo; suoni avvolgenti, rumori conturbanti, silenzi pesanti, che recepiamo nell’intimo, senza rendercene conto, necessari, amalgamati e sputati o vomitatati nel magma dell’esistenza. Niente di ché, semplicemente vibrazioni lievi, proposte di qualcosa di accomunabile, assimilabile ed esteticamente ir-rilevante in modo da poter condurre uno stretto dialogo monotematico con gli altri. Una piccola proposta per contribuire ad accogliere in ogni luogo, chiunque.
- SECONDA IPOTESI - Imerio Rovelli
In questa prima bi-personale di GA, mia e di Sarah, come preludio ad una bella serie di proposte espositive, mi piacerebbe presentare opere che esprimano sensazioni inerenti aspetti svincolati dalla vita in quanto tale. Devo ammettere di sentire la responsabilità di aprire la strada ad un ciclo itinerante-artistico-culturale, che mi auguro trovi riscontro e continuità, nel territorio e nell'ambito artistico generale. Proporrò opere difficilmente riconducibili alla sfera del reale. Sculture frammentate per definire il “peso”, la rilevanza, di questa complessa contemporaneità. Composizioni intrecciate come ragnatele che ci proteggono e rassicurano e al contempo ci intrappolano e trattengono, impedendoci di andare oltre. Applicazioni aeree fragili e delicate, che sanciscano il dominio ed il bisogno di leggerezza e dolcezza, sulla materialità che viene continuamente proposta, come traguardo, dai media e dalla cultura odierna. Mappe compositive intime, come scambio relazionale tra l’autore e l’osservatore. Interpretazioni di visioni comuni, rielaborate e proposte con una dose di follia sensuale che, mi auguro, le renda romanticamente digeribili. Offro un “altrove” espressivo che riconduca a spazi e luoghi non percorsi e non vissuti, sconosciuti dal corpo, persistentemente presenti nell’animo; silenziosi suoni avvolgenti, rumori conturbanti, che recepiamo nell’intimo, senza rendercene conto, amalgamati e scaraventati nel magma dell’esistenza. Semplici vibrazioni, assestamenti interiori, sussulti intestini, che conducano ad un dialogo comune. Una fragile, scomposta proposta che concorra ad agevolare la possibilità di accogliere in questo luogo, in questo altrove, chiunque ritenga interessate entrarne a far parte. Un presupposto fondamentale di rinnovamento interiore.