Evanescenze ed annientamenti
Presentazione al Forum della GAMeC QUI...
Queste sculture, raffiguranti teste deformate e contorte, rappresentano l’uomo moderno, che si trova svuotato ed annientato nell’anima. Ho presentato questa installazione, insieme ad altre opere, nella sala a me riservata, presso il Castello di Calepio, nella appena trascorsa mostra “ARTE IN CASTELLO”, posizionandole in modo da provocare una reazione di disgusto, stupore, paura, perplessità, e disagio, a chi, girando l’angolo, se le trovava di fronte, a tu per tu. Era mia intenzione colpire i visitatori esponendo visi a tutto tondo, perforati, straziati, con sguardi vacui, perduti nel vuoto, che li lasciasse angosciati, impressionati, attoniti. In questi visi possono trasparire anche segni di violenza subita, di soprusi dovuti ad ogni forma di prevaricazione e a forme di annientamento, proprio come avveniva nei lager non troppo tempo fa, come avviene tutt’ora nei Paesi in guerra, nel Terzo Mondo stremato dalla fame, dalla miseria, dall’ignoranza e dalle malattie, ed in maniera più subdola, persino nella nostra società.. In questi volti che presentano evidenti suppurazioni, sanguinarie ferite, macabre emaciazioni, si dovrebbe ritrovare un po’ se stessi e pensare alle proprie responsabilità. Certo, bisognerebbe sempre confrontarsi con realtà dissimili dalle nostre, ma che possono, con un niente, entrare a far parte della nostra vita. E’ sufficiente pochissimo; un sogno, un incubo, un insulto, uno sgarbo, un ambiente ostile, una malattia, perché ci si possa avvilire, e sentirsi annientati, frammentati, interrotti. E’ altrettanto vero che un nonnulla possa bastare a renderci felici, sereni, ed il mio è un invito a meditare sui reali valori della vita e dell’esistenza e a perseguirli incondizionatamente. Grazie.
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(Imerio Rovelli (c) 2002).